martedì 7 luglio 2015

Lisbona

Lisbona dall'alto
La città di Lisbona è molto grande ma ordinata e ben organizzata. Il nostro b&b era la casa di Victoria e Luis, due signori portoghesi di una cordialità e gentilezza estreme, e si trovava in Rua Professor Sousa Da Camara, subito fuori dai quartieri più celebri della città, nel quartiere Campolide, ma molto vicino al centro commerciale Amoreiras, punto di riferimento durante questa nostra tre giorni in città, oltre che punto nevralgico per i trasporti.
Dopo un tour notturno sull'auto di victoria e Luis che ci sono venuti a prendere in aeroporto e che mi ha portato sull'orlo della nausea mentre sfrecciavamo a tutta birra su e giù per i colli, ci siamo sistemati nella loro stravagante casa, colorata e pittoresca. 



La prima mattina abbiamo messo piede nel delizioso patio e siamo quasi morti di paura nel notare una statua vagamente macabra che sembrava un morto sciolto. Dopo esserci accertati che fosse effettivamente un qualcosa di ornamentale, abbiamo iniziato l'esplorazione della città, situata su sette colli al pari di Roma. Questo fa sì che ogni strada sia in discesa o in salita, a seconda del colle su cui ci si trova. Siamo scesi fino al fiume Tago, su cui svetta un ponte molto bello simile in qualche modo a quello di Brooklin. 



Sulle rive del Tago
Dopodiché abbiamo passeggiato nella zona pedonale vicino alla Baixa, una specie di zona dello shopping (oltre che dei ristoranti) di Lisbona. Questa zona sfocia in un grande viale, l'Avenida da Liberdade, molto simile alle Ramblas di Barcellona. Dopo un pò di giri e il pranzo siamo saliti, nella zona della metro circa di Restauradores  (più precisamente nella piazza di Rossio) sul bus 711. 


Il servizio pubblico è molto efficiente, si acquista una carta ricaricabile (noi l'abbiamo comprata nelle macchinette all'interno della stazione della metro). La carta costa 0.5 euro, e ogni biglietto 1.40 euro, sia per autobus che per metropolitana. La linea 711 in poche fermate arriva proprio al centro Amoreiras, per cui l'abbiamo usata più volte trovandoci stanchi e senza la voglia di affrontare le lunghe salite di ritorno. 

Miradouro Sao Pedro de Alcantara
Alla sera ci siamo diretti nella zona del Bairro Alto, considerata una delle più pittoresche della città. Girando a piedi abbiamo scorto ottime visuali, fino alla migliore di tutte al Miradouro Sao Pedro de Alcantara. . Un posto fantastico, un musicista in sottofondo e il tramonto sul fiume, col castello illuminato in lontananza, era super romantico e pittoresco. Girare per il Bairro è molto carino (oltre che faticoso per le salite molto ripide), è tutto pieno di localini con i tavoli in strana, prezzi bassi e molto alla buona. Siamo tornati verso casa e avendo un piccolo languore ci siamo fermati dentro Amoreiras, in cerca di un panettiere che avevamo visto alla mattina. La cosa incredibile è che con 2.85 euro abbiamo preso una fetta di salame di cioccolata eccezionale, una fetta di millefoglie e una bottiglietta di latte al cioccolato.

Una funicolare















Il secondo giorno siamo tornati nella zona della Baixa e del Chiado, intravedendo spesso il celebre tram 28 che sferraglia su e giù per i colli. Indecisi se prenderlo o meno, alla fine abbiamo rinunciato perché abbiamo anche trovato il tabaccaio con la macchina per i biglietti guasta. Abbiamo però seguito il tragitto delle rotaie fino al Miradouro de Santa Luzia dove un senegalese, nonostante avessimo tentato di scacciarlo novemila volte evitando di farci infinocchiare alla fine ci ha spillato 5 euro per due braccialetti che mi ha infilato al polso nonostante le mie proteste, mentre osservavamo il bel panorama della città col mare sotto una cascata di bouganvillea. 

Miradouro de Santa Luzia

Scesi per il pranzo, abbiamo iniziato a cercare qualche cosa di tipico, evitando come la peste tutti i bar/ristoranti che esponevano la pubblicità del paellador spagnolo che ci aveva già fregato a Barcellona (triste paella congelata). Caso ha voluto che ci abbia soccorso nella nostra indecisione un provvidenziale Subway in cui abbiamo mangiato e poltrito prima di trascinarci a casa con le borse dello shopping fatto a inizio giro approfittando dei saldi. 


Dopo un po' di riposo ci siamo diretti al ristorante Casa Dos Passarinhos, piuttosto vicino a casa, in cui ci sono stati serviti i tipici antipasti fritti (polpettine di formaggio, pesce, ecc) accompagnati da delle ricottine fresche e olive. Abbiamo preso due enormi piatti, uno di salmone grigliato con verdure cotte (un pò tristemente bollite) e uno di filetto di tonno scottato con un uovo sopra (che fortunatamente incontrava i gusti di Gabri dato il mio scarso amore per il pesce che sa di pesce (una lunga storia)).
Abbiamo anche preso una mezzina di vino bianco locale, vino del Douro (che è poi il nome del fiume di Porto), molto molto buono. 

Ristorante molto tipico, pieno di francesi urlanti e poco vicino ai miei gusti come strettezza e ariosità.. quindi dopo la cena non ci siamo trattenuti granché. Ci siamo invece diretti dentro il nostro amato Amoreiras puntando di nuovo all'amico panettiere, a cui abbiamo fatto visita verso le dieci e trenta dopo un'oretta di chiacchiere sbragati sulle gigapoltrone raccogli-vecchi del centro commerciale (in pratica gli umarel le puntano, ci sono solo loro ed è impossibile trovarne due libere, si lanciano a frotte).




La mattina avevamo anche avuto il fantastico approccio con la doccia dell'appartamento. Una specie di bagno in marmo con specchi su tutte le pareti e una sontuosa vasca. Ovviamente penso di lanciarmici per prima e inizio a testare la temperatura dell'acqua, che sembra scaldarsi gradualmente, così che mi ci metto sotto. Grave errore! L'acqua torna gelida dopo circa 10 secondi che mi sono bagnata i capelli. Disperata, me li lavo accovacciata per terra cercando di non bagnarmi tutto il corpo. Esco desolata e mando Gabri a chiedere al tipo delucidazioni. In pratica alla fine viene fuori che in Portogallo l'acqua viene calda quando la spari al massimo (come verificato anche in quel di Porto). Quindi mi appresto a una seconda doccia stavolta a temperatura umana, getto spaventoso a parte e specchi (=tutte le pareti del bagno) completamente ricoperte di vapore.
Beh insomma, giunti al termine della giornata torniamo in casa e becchiamo victoria, la padrona di casa, con la quale ci mettiamo a fare quattro chiacchiere, passando un'oretta molto gradevole in compagnia, parlando di cucina, di cosa abbiamo visto, dei miei studi, dei problemi con la casa, e delle varie mete italiane che hanno visto nei loro viaggi (divertente la foto davanti al ponte vecchio che fa bella mostra nel loro salotto, praticamente identica alla nostra :)).
Dopo mille baci e abbracci siamo andati a dormire avendo il volo per Porto la mattina seguente. Ultima colazione nel patio, altre due chiacchiere e foto con Victoria e Luis, e ci siamo diretti all'aeroporto, con un comodissimo autobus 783 dotato niente meno che di wifi gratuito. Stesso dicasi per il bus gratuito che fa da navetta tra il terminal 1 e il terminal 2 dell'aeroporto, abbastanza distanti l'uno dall'altro. Il volo per Porto è ottimo, costa dieci euro e in meno di un'ora ci ha portati nell'altra città.
La nostra stanzetta

Il salone di Victoria


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