sabato 4 luglio 2015

Porto

Giunti a Porto siamo saliti sulla linea E della metro, che consente di raggiungere il centro molto comodamente e nello specifico la stazione di Trindade, vicina al nostro alloggio. Il biglietto della metro funziona come a Lisbona: al primo viaggio si acquista una carta e un certo numero di "tìtuli", di costo diverso in base alla zona della città. Ad esempio, per andare al mare serve il biglietto Z3 (1.50 euro) e per l'aeroporto il Z4 (1.85 euro). La carta viene 0.6 euro e deve essere obliterata ad ogni viaggio (abbiamo anche beccato i controllori). Con poca strada in salita abbiamo raggiunto Praca da Republica e da lì Rue Alvares Cabral 369, in cui era situato il nostro alloggio, una grande camera al terzo piano di un palazzo. Da fuori non gli avevamo dato una cicca ma invece è risultato molto bello: la casa si sviluppava su tre piani e le scale erano illuminate da un bel lucernaio a cupola. La nostra stanza era enorme, oltre al matrimoniale c'erano altri due letti singoli, una cabina armadio e un bellissimo bagno nero. Due grandi finestre davano sul giardino della casa, circondato solo da del verde, una specie di polmone verde sul retro dei grandi palazzi. Il marito della proprietaria ci ha accolti a braccia aperte e ci ha spiegato, parlando metà italiano, metà portoghese e metà inglese, come fare un tour della città vedendo le principali attrazioni. Nel tour ha citato il celebre Cafè Santiago, famoso in tutto il mondo per la speciale preparazione della Francesinha, il tipico tramezzino (ipercalorico) portoghese. Seguendo le indicazioni ci siamo diretti lì per mangiare, essendo ancora a digiuno dopo il volo. La città è piena di salite ripide, con il fiume Douro che la taglia a metà. Sembra in parte una città piuttosto popolare, ma nella zona del fiume acquista una discreta magnificenza. Questo celebre tramezzino però non è risultato a livello delle aspettative, considerando che è stato premiato per ennemila anni consecutivi come il migliore della città. In pratica è un toast super farcito con salame, prosciutto, salsiccia, altra carne varia, ricoperto di sottilette, immerso in una salsa speciale e, nella sua versione più classica, ricoperto da un uovo. Abbiamo scelto il suicidio ordinandone due, a dir poco enormi e circondati di patatine fritte. Tutto sommato un'esperienza che probabilmente andava fatta ma che non è stata questo sconvolgimento dei sensi. Dopo questo pranzo abbiamo passeggiato fino al fiume, arrivando dall'alto al ponte De Luis I, altissimo, su cui passano solo pedoni e metro. Nel mentre abbiamo tipo un mare di rampicanti con fiori viola che si estendevano per decine di metri sotto di noi e in cui vagavano un gabbiano con i due pulcini. Nonostante le lamentele di Gabri sono arrivata a metà del ponte per fare una paio di panoramiche del fiume, dopodiché siamo scesi per arrivare sulle rive (trenta metri sotto o giù di lì). Ci siamo fermati in uno stupendo negozio di souvenir fatti a mano e abbiamo perso mezz'ora indecisi se comprare una buffa ape o un piccolo pollo di ceramica da appendere in casa, scegliendo alla fine per la deliziosa ape che piacerà sicuramente ai nostri futuri bimbi.
Arrivati alle rive del fiume, siamo stati un pò seduti al sole ammirando il ponte e godendoci la vista e il venticello, per poi iniziare la lunga salita verso casa durante la quale siamo passati dal miradouro Escadaria, in mezzo ai parchi da Cordoaria e Carlos Alberto, davanti alla Torre dos Clerigos e alla Igreja das Carmelitas, a cui abbiamo dato solo uno sguardo di sfuggita essendo prostrati dalla lunga giornata e dalla lunga camminata. Abbiamo fatto un pò di spesa per la colazione e per la cena (avendo mangiato alle 4 del pomeriggio, non potevamo prevedere che uno stuzzichino), quindi abbiamo trascorso la serata dormendo, mangiando biscotti con latte al cioccolato e guardando un orrendo Spiderman in lingua originale sottotitolato in portoghese (terribile).
La mattina ci siamo svegliati presto, abbiamo fatto una superba doccia e ci siamo diretti in giardino per la colazione. Poi abbiamo preparato i bagagli e ci siamo diretti alla stazione in modo da prendere qualche mezzo di trasporto che ci portasse al mare. Con la metro, linea A, dopo qualche indecisione sulla fermata, siamo arrivati a Matosinhos Sul e abbiamo iniziato a passeggiare lungo la costa dell'Atlantico. La spiaggia è infinitamente larga, con una specie di bassa lunga tipo venti metri. L'acqua è molto fredda, il vento tira piuttosto forte e i surfisti si ammazzano su e giù dalle onde. Abbiamo percorso la costa fino al forte ed S. Francisco Xavier, in cui ci siamo fermati per un pò ammirando la vista e osservando un cane che si lanciava in una pozza d'acqua giocando con la padrona. Poi abbiamo proseguito la passeggiata cercando un posto dove pranzare, camminando lungo una specie di lungomare artificiale in corrispondenza di una parte molto rocciosa e molto bella. Alla fine ci siamo fermati in un piccolo bar/ristorante in cui abbiamo preso un'insalata di polpo, antipasti fritti tipici e del pesce spada con insalata russa, che non è risultato granché, per quanto probabilmente tutto fresco. Siamo poi ritornati con calma a prendere la metro per recuperare i bagagli, salutare il nostro Host e dirigerci all'aeroporto, dove abbiamo riconquistato la civiltà grazie ad un wifi funzionante. Una merenda da un Costa all'interno dell'aeroporto e ci siamo imbarcati per tornare ad un'Italia con 20 gradi di temperatura in più.

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